I FESTA… del Diavolo


Ottobre, festa di Cernunno il dio caprone. Si stilava il patto; a me non era concesso partecipare al rito perché ero troppo piccola, potevo solo assistere. Ma proprio per questo loro lo potevano eseguire senza rimetterci l’anima perché ci sarei stata io a ballare col diavolo.

Non dovevo spiare e neppure curiosare. 

Mi vestivano di rosso, scarpette rosse per ballare, scarpette scarlatte per saltare: e ballavo saltavo ballavo.



Stilare il patto, le nozze alchemiche, trovare l’altro di noi stessi, diventare la cosa unica: Cernunno non rappresentava il diavolo, bensì il loro dio, lo sposo, l’amante, il figlio, la parte maschile di ogni donna.

Era un patto d’amore con il diverso, con il lato oscuro, un atto di libertà. Darsi un proponimento, un obiettivo da raggiungere e superare, una sfida d’amore e di accettazione.

Il rituale di solito veniva eseguito in un bosco perché Cernunno è l’uomo selvatico. Si faceva un cerchio di pietre, all’interno si spianava una piccola zolla di terra e con i pollici si disegnava il proposito, si formulava l’intento. Infine si copriva di petali e si iniziavano danze e canti propiziatori.

Le zie Norma, Tosca, Aida, Gilda, Violetta e Mimì apparivano scarmigliate e scalze, simili ma non uguali alle concubine del diavolo; con occhi ruggenti iniziavano a girare sempre più velocemente attorno al fuoco, bussavano una, due, tre volte battendo per terra con il palmo della mano sinistra e ripetutamente invocavano l’impronunciabile nome del Bicorne.

Tutto questo lo so per certo, perché mentre ballavo saltavo ballavo, spiavo e curiosavo. E sognavo da grande di diventare una stria.

-         Cernullo Cernullo!... Chi è Cernullo? – chiedevo alle zie.

-         Cernunno piccola, Cernunno! – rispondevano le strie, e tacevano.

-         Io so chi è Cernullo! – urlavo, sbagliavo e ballavo saltavo ballavo.

-         Zitta, ferma, è finita la festa! – mi intimavano le zie e tutte le strie.

 

……………

 

Dipingevo Cernullo, appariva Cernunno, aggiungevo il Diavolo al mio mazzo di cArte da giocare.



Le cArte da giocare sono simili, ma non uguali ai Tarocchi.

I Tarocchi sono più antichi e potenti, pericolosi e ferocemente incisivi, meno ambigui della realtà; sono pura magia, conoscono e trasformano l’avvenire, sussurrano finzioni falsità follie ed esaltano l’evolversi se li sai giocare.

In divenire li avrei giocati, al momento le cArte erano i miei alleati, con loro giocavo e i Tarocchi mi osservavano.

-         Il segreto per conoscere l’Arte Magica è giocare con le cArte. –

dicevano le zie.

-         Il mistero per realizzare la Grande Opera è conoscere l’Arte Magica. –

dicevano le strie.

Le cArte da giocare svelano stranezze.

E facevo cArte false per giocare col diavolo. 



Dal romanzo Donne Strie… 

… Donne Streghe


Un affresco di donne sole illuminate che vivono nell’ombra.

Non stregano, illuminano.

Un susseguirsi di feste danzate con fierezza e dignità nell’arco di un anno un mese un giorno. Come vuole la tradizione.

Sacerdotesse della luna piena, maghe della mezza luna, sciamane della luna nera, regine della notte, pitonesse, sibille, pizie… una parata selvaggia, antica e inevitabile di Donne Strie.

Imprevedibili, senza confini, scardinano il proibito esaltano la libertà. Come vuole la magia.

Possiedono segreti misteri stranezze, l’Arte del peccato. Tutti possediamo segreti misteri stranezze. Siamo tutti streghe.

Può sembrare un romanzo-memoir, ma non è necessariamente così e fatalmente si diventa ciò che si scrive e ciò che si legge. 


Commenti

  1. la fila delle strie, lo sfondo con la fila delle piante, il tramonto della luna (o del sole): una meraviglia!

    RispondiElimina
  2. Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle.
    VOLTAIRE

    RispondiElimina
  3. Esiste Madre Natura esiste Padre Natura, Cernunno

    RispondiElimina
  4. Cara Fausta, quanti risvegli e quanto stupore nel ricordare chi siamo veramente...

    RispondiElimina
  5. Tocco il Cielo con un dito...leggo quello che diffondi e mi sento felice...GRAZIE

    RispondiElimina
  6. Ci va Arte ed Energia per manovrare le cArte cara Faustina e tu le possiedi entrambe 💙

    RispondiElimina
  7. Le STRIE ti chiamavano, BELLA BELLA!,oggi lo sei ancor di più!...e CERNUNNO se la ride!))

    RispondiElimina
  8. Inquietante e romantico al contempo...

    RispondiElimina
  9. Possedere segreti misteri...
    Che bella riflessione. Che bella aspirazione riuscire a conoscerli. Fr.

    RispondiElimina
  10. Scrivo, e nel farlo tutto sembra cambiare. È un fatto: scrivendo gioco con il tempo, che non sta mai fermo e non mi permette di afferrare saldamente chi sono io. Così fluttuo tra immensi e immensità: femmina o maschio... Chi può aiutarmi a comprendere. Forse strappandomi da me stesso potrei almeno osservarmi un po'! È un gioco magico? Chi lo guida, chi ha redatto le regole? Come dici tu, Faustina, Io è un altro... Lu* pure è un* altr*.

    RispondiElimina
  11. Ci sarei stata io a ballare col diavolo!

    urlavo, sbagliavo e ballavo saltavo ballavo.

    <3

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog