FESTA…  dei SANTI  dei MORTI




La festa dei Santi coincide con la festa dell’anima, la festa del nostro nome. Pur sapendo che si passa tutta la vita a fare anima, tutti i giorni la esaltiamo: quando pronunciano il nostro nome, l’anima viene invocata, facile da ricordare come il proprio nome.

Strano, la data esatta del mio onomastico le zie non la ricordavano o meglio non la conoscevano, molto strano!

-       Non appare sul calendario, non appartiene ai Santi… dobbiamo  
interpellare coloro che abitano la luna – dicevano le strie.

 

Forse Fausta, forse Fausto: il mio nome, tramandato di generazione

in generazione dalla linea paterna, rimase per anni, insieme alla mia anima,
la fine incerta fra due vocali. Faust… un patto stilato col diavolo.

-       Il tuo nome non c’entra niente col diavolo! Fare patti, vendere l’anima al diavolo non è facile, perché un’anima bisogna averla e per averla serve tenacia, coraggio e sapere - mi spiegava la zia.

Le strie, si sa, sono senza nome e senza anima. Le strie, si sa, possiedono più di un nome e più di un’anima. Sono Sante Strie.




Brouillard… nebbia, il tempo dei morti con l’odore di legna bruciata. Ricordo, al mattino si andava al cimitero con un gran mazzo di crisantemi e caldarroste in tasca da mangiare lungo il percorso.

Non avevamo né parenti né amici seppelliti al cimitero, i nostri erano tutti bruciati in luoghi lontani. Così cercavamo le tombe senza fiori, un po’ disordinate, lì ci fermavamo. La zia Dina diceva parole all’aria: a un piccolo marinaretto, a Giacu, a Fred, a Greg. Lanciavamo il nostro saluto, qualche fiore, portandoci i loro nomi dentro il cuore.

Durante l’anno, almeno una volta a settimana era gradito seguire i funerali di sconosciuti, appuntamento a cui le zie e tutte le strie non potevano mancare. Era un piacere partecipare, dicevano:

-       Esaltiamo il lutto. Possiamo piangere.

Piangere i loro amori segreti: amanti, figli, amici, sorelle, di cui non sapevano nulla. Una persona sconosciuta era perfetta, certamente nella sua vita un segreto, un mistero aveva lasciato, forse era il primo innamorato, forse un bacio rubato.

Viviamo e riviviamo ma non ricordiamo. Memoria del caos

Come un disco consumato al vinile, mi sembra di intuire quando per errore si inceppa sul dolore…

 La zia Dina non si tratteneva e mi diceva:

-       Ti svelo un segreto, a suo tempo si sveglierà e capirai. Non esiste l’aldilà. Tu presti attenzione a questo mondo e questo mondo ti appare reale, se ti distrai finisci in un altro e ci resti finché hai energia per sostenerlo e così via. Siamo eterni.

E piangeva rideva piangeva.

Io le credevo perché gli altri mondi li vedevo e lì vivevo.

E ridevo piangevo ridevo.

…………………………..

La sera dei morti, all’imbrunire, si lasciava una candela accesa sul davanzale per illuminare il cammino alle anime in processione, per indicare la via di casa perduta, smarrita nella memoria.

Dopo cena si lasciava sul focolare spento la polenta girata e rigirata, in senso inverso, tutto il giorno. Sulla tavola sparecchiata si dimenticava un piatto colmo di patate dolci e castagne. Nella notte gli antenati li avrebbero mangiati, lasciandoli alla nostra vista privi di sostanza, gusto e sapore.

……………………………

Neniando orazioni magiche, mormorando litanie occulte o sospirati pianti e sortilegi, strette strette a semicerchio davanti al camino si raccontavano stranezze di famiglia. Dal libro delle ombre si guardavano le fotografie in bianco e nero dai bordi consumati e un po’ ingiallite. E quasi per magia apparivano le strie dalla bellezza ipnotica, labirinto di espressioni dall’istrionica personalità, donne da non passare inosservate.




Disegnavo in bianco e nero strie e strioni, apparivano gli antenati, aggiungevo polvere di nebbia al mio mazzo di cArte da giocare.




A bocca socchiusa le zie emettevano una cantilena che a malapena percepivo, raccontavano storie pallide, storie gelide che mettono i brividi. 

Era un tempo di riflessione sulla vita, di quanto vada assaporata, di quanto sia segreta misteriosa strana e di come passi in fretta. Io non capivo niente, per me il tempo non esisteva, ma sapevo che i vecchi hanno sempre ragione e aspettavo la storia del gatto mammone.


dal romanzo Donne Strie





 

Commenti

  1. Mi fai sempre viaggiare fuori da questo mondo, e quanto ne abbiamo bisogno! ❤️

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  2. Molto interessante. Chi ha scritto il libro?

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    1. Domanda cui non è difficile rispondere: una strega, naturalmente!

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  3. Noi mangiavamo la Panada, la minestra dei morti, buonissima, un piatto in più per loro. Si fa con il pane raffermo, avanzi di formaggio racimolati in frigo, crosta di parmigiano e tanto rosmarino, si può aggiungere noce moscata, pepe e peperoncino una puntina.C'e' tutto, il grano per l'Aldilà, il latte del formaggio per la futura nascita, il rosmarino per il ricordo

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  4. Sono solo, ora! Fatico a distinguere il suono delle voci dei vivi e dei morti che nominano il mio doppio nome. Tonalità, frequenze di voci che si confondono. Sono solo, ora! Non riconosco nemmeno la voce del mio pensiero. Disperso tra i santi e i dannati vago un po' confuso dalle loro visioni colme di gioia e, allo stesso tempo, vuote ed estranee. Anche terribili... Alla fine, mi va di giocare. Seriamente, però! Bacio e abbraccio tutte le ombre che mi sono possibili.

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  5. Io sono foscoliana: amo le "urne dei forti" e la sopravvivenza del ricordo.
    Non temo i cimiteri e penso che la morte faccia parte del cerchio della vita ....

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  6. Questa e' una festa che non si interrompe, un carosello di immagini preziose per la consapevolezza e con frequenti momento di puro godimento

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  7. LEI,la nostra ultima Stria,è il ponte invibile tra il mondo dei morti e quello terreno,con la sua arte possiamo scorgerlo, per un attimo

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  8. Ma l’ha scritto Faustina cara chi altri sennò 🤩

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  9. Che bei ricordi stimolanti hai! Io invece ho un ricordo cupo: rosario recitato lamentosamente, giro dei cimiteri, baci dati malvolentieri a lontani cugini quasi sconosciuti e spesso non sbarbati.
    Meno male che ci sei tu a proporre un'altra visione!!
    F.

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  10. perché un’anima bisogna averla e per averla serve tenacia, coraggio e sapere...

    Durante l’anno, almeno una volta a settimana era gradito seguire i funerali di sconosciuti.

    mi sembra di intuire quando per errore si inceppa sul dolore…

    Tu presti attenzione a questo mondo e questo mondo ti appare reale

    quanto sia segreta misteriosa strana e di come passi in fretta. Io non capivo niente, per me il tempo non esisteva...

    - Quante cose insegna Donne Strie non vedo l'ora di rileggerlo pubblicato FFF ! Kiss

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